Nella mia idea personale il cambiamento è connaturato nell’essere umano, sia esso fisico o psicologico, adattivo o disadattivo è parte integrante della vita. Mi piace citare a riguardo A.L. Lavoisier, biologo e chimico che nel ‘700 disse: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, è stata per me la prima frase che mi fece riflettere sulla necessità e universalità del cambiamento come processo continuo dell’individuo. Anche il cambiamento psicologico lo inserisco in questo quadro, come un processo continuo il cui fine è l’Autonomia della persona. Con questo termine Berne indica la qualità che si acquisisce recuperando la capacità di essere consapevoli, spontanei e intimi (Berne1964). La consapevolezza è la capacità di percepire dall’ambiente senza filtrare l’esperienza, la spontaneità è la capacità di reagire ad essa liberamente utilizzando lo stato dell’Io che si vuole scegliere e si ritiene adatto alla situazione attuale senza condizionamenti di comandi genitoriali, l’intimità è la capacità di condividere le emozioni in maniera autentica libera da giochi e ricatti, scelta dell’Adulto con la protezione del Genitore.
Collegandomi alla mia idea introdotta precedentemente, il lavoro di cambiamento psicologico che porta all’uscita dal copione può perdurare per tutta l’esistenza dell’individuo, infatti in quanto persona, si troverà di fronte a bisogni evolutivi diversi, a eventi inaspettati e anche se ha già fatto cambiamenti psicologici, e scelte libere dal copione relative a un’area della sua vita, potrà aver bisogno di cambiare ancora e imparare a esercitare scelte nuove e autonome.
Come terapeuta noto quando c’è stato un cambiamento psicologico grazie al concetto Berniano di Posizioni esistenziali (1964). Posso definire le posizioni di vita come le convinzioni fondamentali su di sé e sugli altri utilizzate per giustificare le proprie decisioni[1]. Esse Sono 4: Io sono ok/tu sei ok (Io+/tu+) è la posizione di chi pensa bene di sé e degli altri, Io vado bene così come sono, Tu vai bene così come sei; Nell’OK Corral di Ernst questa è chiamata la posizione sana, perché l’adulto in questa posizione prosegue l’interazione sociale (Vado avanti con). Io sono ok, tu non sei ok,(Io+/Tu-) è la posizione arrogante, di chi pensa bene di sé e male degli altri. Nell’Ok Corral è la posizione paranoide. Questa persona nell’interazione sociale tende a liberarsi dell’altro (Mi Libero di). Io non sono ok, Tu sei ok (Io-/tu+). Si riferisce a chi pensa a sé come persona che non va bene, mentre gli altri vanno bene, è di chi non si sente mai adatto, all’altezza degli altri e tende a compiacere e deprimersi. Nell’Ok Corral è la posizione depressiva. L’adulto in questa posizione va via dall’interazione sociale. La posizione è Io non sono ok, Tu non sei ok (Io-/tu-). Per questa persona sarà tutto inutile, pensa male sia di sé che degli altri ed è in relazione con l’altro pensando che non c’è niente da fare. Nell’ Ok Corral è la posizione della inutilità. Queste posizioni coesistono in tutti gli esseri umani, tuttavia si può individuare una posizione di fondo.
Stando a quanto scritto finora dunque, la terapia, promuove la flessibilità e il cambiamento, tuttavia il cambiamento desiderato dal paziente può essere allo stesso tempo ciò che teme (Horowitz 2001). Per questo, nella mia idea perché ci sia cambiamento è necessaria una buona relazione terapeutica che può essere utilizzata come uno strumento per favorirlo. Il terapeuta, può fornire riconoscimenti, e la persona nonostante inizialmente disorientata, si può sentire colta e accolta, ciò può promuovere l’apertura e la possibilità di lasciarsi vedere e vedersi.
[1] I.Stewart, WJoines (1987), L’analisi transazionale, Garzanti, Milano, pg. 158